La maggior parte delle persone crede che le banche siano tutte uguali. Niente di più sbagliato. Ci sono banche che investono i risparmi dei loro clienti anche in settori che non sono affatto sostenibili, né dal punto di vista ambientale né dal punto di vista sociale. Pensiamo ad esempio alle banche che investono in finanza che specula nei settori della deforestazione, del petrolio, delle armi. Altre banche invece sono solite investire i soldi dei loro clienti solo ed esclusivamente in settori sostenibili. Vengono definite banche etiche. Proprio perché sostenibili sarebbero senza alcuna dubbio da prediligere. Ma come funziona il loro modo di lavorare? Quale modello operativo seguono? Quali parametri utilizzano per scegliere gli investimenti? Queste e molte altre sono le domande che sorgono quando si parla di banche etiche. Alcuni ricercatori durante l'estate del 2021 hanno cercato di trovare una risposta a queste domande attraverso delle interviste a 10 banche membri della Global Alliance for Banking on Values – GABV.
Questa ricerca è davvero molto importante, in quanto permette di fermarsi a riflettere sulle conseguenze positive e negative, dirette e indirette, della gestione finanziaria. Permette di comprendere che se le banche scegliessero una finanza sostenibile al cento per cento, sarebbe davvero possibile raggiungere i 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Le banche membri del GABV: ecco il loro modello circolare di finanza sostenibile
Grazie alle interviste che i ricercatori hanno avuto modo di condurre, è stato possibile capire quale sia il modello operativo che le banche membri del Global Alliance for Banking on Values – GABV sono solite seguire. Si tratta di un circolare virtuoso che segue 5 fasi di sviluppo.
Le fasi sono:
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Definizione delle strategie. Ovviamente per definire la strategia da seguire, le banche etiche devono basarsi sui valori di riferimento che desiderano perseguire e sulle sfide che è necessario affrontare per poterli raggiungere, nonché sulle risorse attualmente disponibili.
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Pianificazione. Dopo aver definito le strategie, è necessario pianificare le azioni da far scendere in campo. “Chi?”, “Come?” e “Perché?”, sono queste le domande a cui è necessario rispondere in questa fase, prendendo ovviamente in considerazione gli impatti diretti e indiretti che ogni azione potrebbe comportare. È fondamentale considerare ogni genere di impatto, sociale, ambientale, dei diritti e simili.
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Traduzione operativa. Con una buona pianificazione alle spalle, ecco che è possibile agire. Ovviamente devono scendere in campo funzioni e competente che la banca possiede e con lei tutti i suoi collaboratori.
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Monitoraggio. Solo monitorando per un lungo periodo di tempo le azioni che sono state compiute e le conseguenze da esse derivanti, è davvero possibile valutare con esattezza l’impatto sociale che la banca ha avuto.
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Miglioramento. Sì, ci viene da definirla proprio in questo modo la quinta fase. Si tratta di una ridefinizione delle strategie che sono state fatte scendere in gioco, al fine di migliorare l’impatto sociale.
Questo modello circolare virtuoso permette alle banche etiche di migliorare il loro operato in modo costante nel tempo e di adattarsi ad ogni possibile cambiamento. Le banche possono quindi far sì che la finanza diventi sempre più sostenibile mano a mano che il tempo passa. Ovviamente la speranza è che la banche etiche possano continuare a lavorare proprio in questo modo, ma anche che cresca il numero di banche etiche. Se così fosse, ci sarebbe davvero speranza per il mondo in cui viviamo.