All’interno della sala operatoria, sia l’operatore sanitario che il paziente devono sentirsi tutelati durante lo svolgimento dell’intervento e anche in seguito. Proprio per questo all’interno della valutazione dei rischi, è necessario concentrarsi sulla sicurezza di tutti i soggetti presenti all’interno dell’ambiente operatorio. Tutte le misure di prevenzione e protezione devono essere portate a termine per avere una sala operatoria posta in piena sicurezza.
Proprio per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità detta anche OMS ha deciso di avviare diverse procedure che servono a prevenire quelli che possono essere gli eventi avversi nei blocchi operatori, a causa dei rischi elevati che proprio questi ambienti rappresentano. L’obiettivo dei provvedimenti presi e delle linee guida da seguire è quello di implementare una serie di procedure chirurgiche considerate sicure e permettere l’avvento di protocolli standardizzati per la sicurezza dei pazienti.
In Italia, sulla falsariga delle Guidelines for Safe Surgery è stato creato quello che viene definito come il Manuale per la sicurezza in sala operazioni: raccomandazioni e checklist, vediamo allora insieme quali sono le procedure per rendere una sala operatoria sicura, per maggiori informazioni si consiglia di leggere, anche, l’approfondimento InSic.
Cosa prevede il Testo Unico per la sicurezza delle sale operatorie
Il Testo Unico di Sicurezza, ossia il D.Lgs 81/2008, prevede nell'art. 274 co. 2 "Misure Specifiche per le Strutture Sanitarie e Veterinarie", che il datore di lavoro debba definire e attuare procedure per manipolare, decontaminare ed eliminare materiali e rifiuti contaminati in modo sicuro per l'operatore e la comunità. Inoltre, il datore di lavoro ha la responsabilità di definire le misure per ridurre i fattori di rischio, rendendolo il principale soggetto responsabile dell'obbligo di sicurezza, anche se non l'unico.
Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha elaborato un testo che prevede 16 obiettivi incentrati sulla sicurezza del paziente nella fase peri-operatoria, con i primi 10 adattati alle esigenze nazionali e i successivi 6 elaborati dal Ministero. La presenza di una checklist permette di prevedere un iter più accurato di controllo, si suggerisce inoltre di prevedere un coordinatore della checklist tra i membri dell’equipe operatoria.
Alcune best practices di cui tener conto
Vediamo quali sono alcune delle pratiche necessarie per la sicurezza in sala operatoria:
- Controllo rigoroso degli accessi: l'accesso alla sala operatoria deve essere consentito solo al personale autorizzato. Deve essere in atto un sistema di identificazione e autenticazione per impedire l'ingresso non autorizzato. Anche l'accesso alle informazioni sensibili del paziente dovrebbe essere limitato al solo personale autorizzato;
- Protezione della privacy: la privacy del paziente deve essere mantenuta in ogni momento;
- Sicurezza delle apparecchiature: le apparecchiature chirurgiche utilizzate devono essere regolarmente controllate e sottoposte a manutenzione;
- Prevenzione delle infezioni: una corretta igiene delle mani, una tecnica sterile e un uso appropriato dei dispositivi di protezione individuale (DPI);
- Comunicazione: una comunicazione chiara ed efficace è essenziale per mantenere la sicurezza in chirurgia. Tutti i membri della squadra chirurgica devono essere consapevoli dei propri ruoli e responsabilità e devono essere in grado di comunicare efficacemente tra loro durante tutta la procedura;
- Preparazione alle emergenze: i protocolli di emergenza devono essere stabiliti e rivisti regolarmente.
I rischi per gli operatori sanitari
All’interno della sala operatoria sono presenti diversi fattori di rischio, oltre ovviamente all’atto chirurgico stesso. Tra i rischi più comuni da citare ci sono:
- I rischi strutturali;
- I rischi legati all’utilizzo di dispositivi e apparecchiature;
- I rischi biologici da agenti infettivi, fisici e chimici;
- I rischi d’incendio.
Inoltre, tra i rischi che devono essere presi in considerazione vi sono anche i processi di comunicazione del rischio clinico e del consenso informato.
Infine, Dal 2009 ad oggi, è bene tener conto che ci sono stati diversi aggiornamenti normativi a livello europeo, eppure a livello nazionale non sono ancora state create delle nuove linee guida di cui tener conto. Nonostante il proliferare della pandemia, che ha reso ancora più sensibile il tema della diffusione di microrganismi resistenti e virus a trasmissione aerea, ciò non basta.
ISPESL: le linee guida
Queste linee guida che riguardano specificatamente la sicurezza in sala operatoria pongono in prima linea la sicurezza nel luogo di lavoro e possono essere aggiunte al manuale per la sicurezza nelle sale operatorie. Il loro scopo? Offrire alle regioni degli strumenti e delle indicazioni per perseguire quelli che sono gli elevati standard di sicurezza e salute richiesti dalle sale operatorie.
Le linee guida ISPESL del 2009 si dividono, così in tre macroaree ovvero:
- Requisiti strutturali, strumentali e tecnologici;
- Requisiti igienico ambientali;
- Verifiche delle caratteristiche impiantistiche ed ambientali.
Queste linee guida ben specifiche servono per verificare che nel reparto operatorio possano essere effettuati efficaci controlli sulle misure di prevenzione adottate e sulla loro efficienza.
Formazione e comunicazione
Queste linee guida prevedono anche che la sicurezza intrinseca dell'ambiente operatorio passi anche dalla formazione degli operatori sanitari sui rischi e sulle misure di sicurezza adottate dal datore di lavoro. La tutela dei soggetti coinvolti si collega quindi sia alle caratteristiche strutturali e strumentali dei luoghi di lavoro, sia al fattore umano, cioè la competenza degli operatori e il rispetto dei protocolli adottati per garantire la sicurezza del paziente e degli operatori. Inoltre, è importante una comunicazione adeguata tra i vari soggetti coinvolti nella sicurezza, come datore di lavoro, dirigenti, lavoratori, RSPP e medico competente.