La pandemia da Coronavirus, che purtroppo ancora oggi imperversa in tutto il mondo, indubbiamente ha apportato numerosi cambiamenti, non solo nella vita privata di ognuno di noi, ma anche per quanto riguarda il mondo del lavoro e delle aziende.
A tal proposito, sono stati adottati nuovi metodi di lavoro e strumenti molto tecnologici, che hanno permesso al lavoratore di continuare la propria professione a distanza anche durante il periodo più critico dell’emergenza sanitaria.
Ora però, sono state emesse delle normative che permettono al datore di lavoro di verificare la produttività di un determinato lavoratore tramite dei controlli da attuare a distanza.
L’avvento della sorveglianza digitale
La sorveglianza digitale prevede un controllo a distanza attraverso il quale il datore di lavoro può controllare tutti i suoi dipendenti al fine di valutarne il lavoro e la produttività.
Essa è stipulata dallo statuto dei lavoratori, sia per quanto riguarda la legge 81/2017 per quanto concerne il lavoro agile, sia nel Codice Civile con l’articolo 2104 dove si sollecita la produzione nazionale.
Ovviamente con l’avvento della tecnologia, il mondo del lavoro è stato rivoluzionato, e tutte le prestazioni ora si avvalgono di una tecnologia d’avanguardia che riesce a semplificare lo svolgimento delle mansioni incrementandone la produzione.
Ciò però, va di pari passo con la possibilità che il datore di lavoro deve avere riguardo al controllo della propria attività lavorativa e dei suoi dipendenti, e che da prima era completamente vietata mentre ora può avvalersi di impianti audiovisivi e apparecchiature che possono aiutare la valutazione di questi parametri.
Il controllo a distanza secondo quanto riportato dall’articolo 4
Secondo l’articolo 4, gli impianti audiovisivi possono essere utilizzati solo in caso di carenze di produzione, sicurezza e tutela del patrimonio aziendale, e quindi il controllo rimane vietato a meno che non vi siano delle condizioni prestabilite che rendono il monitoraggio legittimo.
Il datore di lavoro può installare questi sistemi di controllo qualora sorgessero delle importanti esigenze, e si può avvalere dell’uso di videocamere che possono essere situate nei luoghi comuni o all’ingresso al fine di garantire il bene aziendale.
In quali casi si può attuare il controllo a distanza
I vari divieti non vengono applicati qualora gli strumenti vengano usati dal lavoratore al fine della propria prestazione lavorativa.
Un esempio classico viene rappresentato dal lavoro dei fattorini, che hanno un’applicazione con la quale devono segnalare quando il cibo è stato consegnato.
Allo stesso modo, in alcuni casi, queste applicazioni si rivelano essere molto utili, soprattutto in presenza di attività rischiose che possono nuocere alla salute del lavoratore.
Le tecniche di sorveglianza a distanza
In America sono stati inventati tantissimi software che riescono a controllare il lavoro a distanza riportando i dati sul proprio dispositivo, e possono comprendere tutte le attività che vengono svolte sul PC, assegnando un punteggio di produttività e inviando dei segnali di distrazione qualora si registrassero lunghi periodi di inattività.
Per quanto riguarda l’Italia invece, si usano dei software che proteggono gli attacchi esterni e monitorano la posta elettronica, in modo da soddisfare le esigenze aziendali e di sicurezza.
Lo smart working quindi deve prevedere flessibilità organizzativa, e si deve basare su di un accordo fra le parti che si apprestano lavorare a distanza: il lavoratore deve poter godere di un’autonomia tale che permetta il raggiungimento dello standard lavorativo, mentre il datore di lavoro deve poter contare sui suoi dipendenti per quanto riguarda la produttività aziendale.
Recentemente sono state introdotte delle applicazioni che non consentono solo l’interazione fra lavoratori dipende il datore di lavoro ma anche tra i vari dipendenti al fine di eseguire conferenze lavori di gruppo utili all’azienda.